Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

Viviamo assieme una poesia, un racconto, una canzone o un quadro d'autore, lasciate un vostro commento ai post, per noi sarà un piacere leggervi.

Preghiamo gentilmente tutti quelli che postano il loro commento scegliendo l'opzione 'Anonimo' di blogger di firmarlo, grazie. ros e massimo

Translate

mercoledì 7 ottobre 2009

Africa di Francesco Ferrante

Nni lu 'nsignò
cu la morti 'ncruci
lu Sarvaturi...
chiànci 'u giustu
pr'u piccaturi!
E accussì chiàncinu
miliuna d'africani
ca ogni jornu, nun sì babbìa,
addisìanu puru 'u pani.
Nuatri, beddi, 'unciamu
e nun vulemu mai talìari
l'autru munnu affucatu
da rignanti lupunari.
All'Africa hannu livatu pani e acqua,
'nfami latri 'ncravattati,
ma li risati, l'occhi di la genti
nun l'hannu mai arrubbati...
ne pututu mai accattari!
'Sti cosi nun l'inventu,
nun sunnu sulu puisia...
'sti cosi l'haju liggiutu, l'haju studiatu,
l'hannu vistu l'occhi mia!
E nun dicissiru, li parrina,
ca poi c'è la vita eterna,
picchì 'a giustizia,
lu Signuri,
la voli 'nta 'sta terra!
Nni lu 'nsignò
cu la so' vita
lu Sarvaturi,
la storia cancia, si vulemu,
basta cunzari ogni cosa
cu l'amuri..."

Esiste una terra sfruttata e compianta ma mai effettivamente aiutata. Si chiama Africa. I problemi di questo continente, meraviglioso e disperato, ci sembrano lontani e talvolta incomprensibili, ma ci riguardano più o meno direttamente. Basta ascoltare le voci dei numerosi missionari che operano in quelle terre, o le denunce delle tante associazioni umanitarie, per capire che per aiutare l'Africa bisogna anche correggere certi nostri atteggiamenti..." La poesia è inserita in una raccolta, "Il sole non dimentica alcun villaggio", ed è una post- riflessione della mia esperienza in Africa. (Francesco Ferrante).

(foto di Franca Schininà)



Postata nei commenti trovate la traduzione letterale fatta dallo stesso autore.

22 commenti:

  1. Traduzione letterale e non poetica a cura di Francesco Ferrante

    Lo ha insegnato
    con la morte in croce
    il Salvatore…
    piange il giusto
    per il peccatore
    E così piangono
    milioni di africani
    che ogni giorno,
    non è uno scherzo
    desiderano anche il pane.
    Noi, belli, gonfiamo
    e non vogliamo mai guardare
    l’altro mondo affogato da licantropi regnanti
    All’ Africa hanno levato pane e acqua
    infami ladri ben vestiti
    ma le risate,
    gli occhi della gente
    non sono riusciti a rubare
    né potuto mai comprare!
    Queste cose non le invento
    non sono soltanto poesia
    queste cose le ho lette, le ho studiate
    le hanno visto gli occhi miei.
    E non dicano i preti
    che tanto poi ci sarà la vita eterna
    perché la Giustizia nostro Signore
    la vuole su questa terra.
    Lo ha insegnato con la Sua vita il Salvatore
    la storia cambia, se vogliamo
    basta usare in ogni cosa
    l’Amore…"

    RispondiElimina
  2. Buongiorno a tutti cari amici dell'Oasi, oggi diamo il benvenuto ad un nuovo autore che ci parla della sua esperienza vissuta in uno dei continenti più umiliati dal punto di vista etico dalla maggior parte dei paesi cosiddetti occidentali e non solo.

    Lo sfruttamento delle risorse, l'indifferenza, l'insensibilità e la noncuranza mietono milioni di vittime ogni anno.

    Per fare un semplice esempio, un giorno in meno di guerra in Iraq sarebbe potuto servire per sfamare e dissetare la popolazione di questo sanguinante continente per un intero anno.

    La nostra noncuranza grida vendetta.

    "la storia cancia, si vulemu,
    basta cunzari ogni cosa
    cu l'amuri..."

    Basterebbe poco per cambiare il corso delle cose, servirebbe solo un po' più di Amore.

    Complimenti Francesco sia per la poesia che per la tua azione umanitaria.

    RispondiElimina
  3. Oggi na poesia in ialetto sicilia sull'Africa. Onun di ni conosce il degrado inarrestabile dell'Africa e l'Occidente tutto ne è responsabile, con la difesa del benessere di pochi contro la cattiva vita, le malattie, la povertà e la morte di tutti gli africani.Nella poesia si dice he basta un po' di amore, ma di amore che spinge adopere, e nche a fare le scelte politiche giuste. la globalizzazioe spoglia sempre d più questo continente. Benvenuti, amici, e riflettiamo insieme

    RispondiElimina
  4. Antono Lanza ha detto...
    La bramosia dei potenti non si sposa mai con il rispetto dei deboli. Amara riflessione, ce la offre questo mondo spietato delle multinazionali. La poesia di Francesco Ferrante scritta con l'amarezza nel cuore e la tragedia negli occhi, non sono puri frammenti caledoscopici delle immagini, ma un cuore che sanguina e invoca l'umanità. Sento il dolor e l'appello accorato: Salvate qusta terra dilaniata, sfruttata, bombardata da atomiche più devastanti che sono il potere, l'indifferenza e la cupidigia. Non possiamo cantare come Paul Simon e Mirian Makeba, ma manifestiamo il nostro amore per l'Africa depredata.

    RispondiElimina
  5. Grazie per i complimenti e per il benvenuto. Avete ben interpretato il senso della poesia. Forse il mio pensiero potrà sembrare eccessivo, ma credo che non possiamo considerarci un paese democratico e civilmente evoluto fin quando i problemi del resto dell'umanità saranno nascosti dal nostro profondo egoismo. C'è bisogno di una svolta radicale nel nostro modo di pensare ed agire, svolta che poi avrà dei risvolti politici (non partitici) come dice giustamente Gloria. L'amore è l'arma che potrà salvarci.

    RispondiElimina
  6. Io che lo conosco posso dire che Francesco vive la sua poesia. Per questo è così diretta e "forte". E' una persona che stimo come poeta e come amico. La sua opera fa riflettere e indignare, questa è per me la funzione che dovrebbe avere la poesia.

    RispondiElimina
  7. Grazie Michele. Sono d'accordo con te, la poesia deve uscire dalla visione stagnante e inaccessibile che gli si attribuisce. Deve tornare a parlare alla gente, e non solo agli "addetti ai lavori"; deve far riflettere, indignare, tracciare, suggerire una possibile strada per uscire dal torpore delle nostre menti.

    RispondiElimina
  8. questa è una poesia..che dovrebbe scuoterci un pò!!!Che strano connubbio!!! ...Una poesia dialettale siciliana...x descrivere i problemi dell'Africa...!!!Che lezione .di puro altruismo!!!Hai ragione...!noi siamo convinti che basti farli scendere da un barcone...x restituir loro la dignità!!!Non basta!!! Siamo ancora indietro...troppo indietro!! Io conosco questo bellissimo continente..e noi ,benpensanti,...riusciamo ad aiutarli mettendo loro ..tra le mani 1 euro x poterli fotografare...!!Questo ...non fa altro che il che la loro dignità venga calpestata..x poi sprofondare!
    Sono tanti i volontari....che, oltre al darsi da fare x gli africani,...devono implorare ..e mendicare loro stessi...x raccogliere i mezzi necessari.. quando,poi, dovrebbe essere naturale..una vita ...dignitosa x tutti!!! Io oltre al complimentarmi .x la bellissima poesia...sento il bisogno di applaudirti!!

    RispondiElimina
  9. forse sono stata un pò caotica e me ne scuso...ma è questo un problema .che mi prende molto!!!

    RispondiElimina
  10. Certamente, Francesco, abbiamo bisogno di un altro modo di agire e di pensare, ma anche di una svolta radicale nell'economia. Tutti sapevano chi avrebbe pagato i costi della globalizzazione, ma hanno preferito, abbiamo preferito, continuare con guerre, oppressione, sfruttamento ai danni dei popoli oppressi...

    RispondiElimina
  11. No, Rosellina, ti sei spiegata benissimo, con la tua solita irruenza e spontaneità. Hai descritto una quadro dell'Africa e dei rapporti degli occidentali con gli Africani molto vivace e avvilente...

    RispondiElimina
  12. ...una battaglia contro i soprusi cui Miriam Makeba ha dedicato tutta la sua vita, che si è concluso, nel novembre scorso, a Castel Volturno, centro della camorra, ma anche centro del contrasto alla camorra che si va sempre più diffondendo nell'azione delle persone e delle associazioni. Occorre che questo si sappia del Sud! In quelle zone dove, dopo l’eccidio di sei africani, l’intero popolo africano lì presente è stato capace di organizzare una grande manifestazione di protesta…mai vista prima!
    Ciao Francesco e benvenuto in questa oasi non di rarefatto angolo di esercitazioni poetiche, non di indifferenza, ma, al contrario, di forte impegno civile e culturale, come, proprio oggi, conferma la pubblicazione della tua poesia.
    Con i tuoi versi sonori, la musicalità della lingua cara a Federico II (che per fortuna ho abbastanza compreso nella tua poesia) sei riuscito a raccontare – attraverso incalzanti sequenze – l’alternarsi di dolore dei vinti e di indifferenza dei sazi.
    E sono belle le parole della tua testimonianza: Sti cosi nun l'inventu, / nun sunnu sulu puisia... / 'sti cosi l'haju liggiutu, l'haju studiatu…
    Son d’accordo con te che la storia cancia, si vulemu, forse non solo con l’amore, ma con la rabbia violenta che si oppone alla violenza quotidiana dello sfruttamento sistemico. O meglio, con l’amore, sì, ma quell’amore che si rivolge a chi soffre e, proprio per amore, non tollera, non tace, non si abitua mai.

    RispondiElimina
  13. L'ANONIMO DI POCO FA E' MANLIO
    SCUSATE L'INVOLONTARIA OMISSIONE, MA QUI, OGGI, FUNZIONA NON UN GRANCHE' E NON RIESCO NEANCHE A VEDERE L'IMMAGINE CHE ACCOMPAGNA LA POESIA
    MANLIO

    RispondiElimina
  14. L'immagine non si vede. Ma risuonano forti gli accenti, col sottofondo della grande Miriam Makeba, posti su ciò che l'autore ha vissuto in prima persona in Africa.
    E' difficile mettere da parte i luoghi comuni trattando il tema del degrado e dell'emarginazione del continente africano. Ferrante riesce a dare forza, usando il suo bel dialetto, al suo grido di aiuto contro la sofferenza di quei popoli, puntando il dito contro la giustificazione che spesso si trova per legittimare il degrado in cui vivono. Bisogna agire subito, non bisogna fermarsi davanti agli ostacoli, bisogna amare la terra ed il popolo africano.

    RispondiElimina
  15. Sì, io l'ascolto, Massimo. E' una canzone bellissima. Francesco, credo che dovremmo diventare amici...

    RispondiElimina
  16. Massi, ma io l'immagine la vedo benissimo. L'ho ricaricata mi dite se la vedete, é bellissima :(

    RispondiElimina
  17. x noi ke siamo sazi,x noike diciamo povera gente x noi ke soffriamo a guardare un bimbo magrissimo ke si nutre a un seno magro,x noi ke diciamo bisognerebbe cambiare la politica,x noi ke nn sappiamo ke quei corpi nn sono altro ke larva di dolore,x noi ke la nostra africa la viviamo nel benessere...beati ki proponendosi in quell inferno si brucia le mani e nn a paura di sporcarsi x aiutarli,e questa la mia politica potrebbe mai cabiare cosi? angela

    RispondiElimina
  18. io l'immagine non la vedo Manlio

    RispondiElimina
  19. Manlio, io le ho provate tutte ma se non vedete neanche così significa che é un'immagine coperta da copryright e d'altra parte é una foto che mi ha fornito lo stesso Francesco Ferrante. Scusate.

    RispondiElimina
  20. Scusate il ritardo con cui posto questo mio commento, ma alcuni problemi familiari mi concedono poco spazio. Grazie a tutti voi per i vostri complimenti, ma soprattutto per le vostre riflessioni. Sono contento di partecipare a questo blog. Da oggi posso dire di sentirmi meno solo, la vostra sensibilità mi ha scaldato il cuore e, spero, possa un giorno accendere quella miccia che permetterà di far esplodere una ribellione, pacifica ma spietata, contro i tutti i soprusi. Grazie a tutti.
    P.s. L'immagine è di Franca Schininà, una fotografa ed un'amica che dei diritti umani si occupa giornalmente con tenacia.

    RispondiElimina
  21. Volevo aggiungere che l'immagine io riesco a visualizzarla, non credo che non si veda perchè coperta da copyright.

    RispondiElimina
  22. William Faulkner ha scritto: "Il guaio con questo mondo è che non è ancora finito. Non è perfezionato al punto che l'uomo vi possa mettere sotto la firma e dire l'abbiamo fatto e funziona".
    Francesco sei un grande, anzi sei un grande dono della natura, continua così.Margherita

    RispondiElimina

Disclaimer

A questo blog non può essere applicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47, poiché l'aggiornamento delle notizie in esso contenute non ha periodicità regolare (art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62). Esso é un prodotto amatoriale e non rappresenta una testata giornalistica , i post editi hanno lo scopo di stimolare la discussione e l’approfondimento politico, la critica e la libertà di espressione del pensiero, nei modi e nei termini consentiti dalla legislazione vigente. Tutto il materiale pubblicato su Internet è di dominio pubblico. Tuttavia, se qualcuno riconoscesse proprio materiale con copyright e non volesse vederlo pubblicato su questo blog, non ha che da darne avviso al gestore e sarà immediatamente eliminato. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi a me, nemmeno se gli stessi vengono espressi in forma anonima o criptata.